La canzone tradizionale irlandese Molly Malone narra la triste storia di una pescivendola ambulante di Dublino, morta per una febbre che al tempo nessuno riuscì a guarire. La sfortunata Molly girava col suo carretto per i vicoli della città, gridando: “Cockles and mussels alive!” (“vongole e cozze vive!”). E chissà che non sia stato proprio il consumo di frutti di mare crudi la causa della sua febbre.
Cozze e vongole (ma anche ostriche, cannolicchi, cappesante, canestrelli, fasolari, telline, lupini, cuori e tartufi di mare) sono infatti dei molluschi bivalvi. Si chiamano così perché possiedono una conchiglia formata da due valve di materiale calcareo che racchiude il corpo dell’animale stesso.
I molluschi bivalvi sono considerati animali “filtratori”, perché si cibano filtrando l’acqua e trattenendone l’alimento disciolto, operazione che avviene grazie all’ausilio di due sifoni: uno inalante e uno esalante. Proprio questa attività di filtrazione è il motivo della potenziale pericolosità di questi prodotti.
Infatti, soprattutto se vivono in acque inquinate, i molluschi bivalvi possono accumulare sostanze inquinanti e microrganismi patogeni che costituiscono un rischio per la salute di chi le mangia.
I rischi dei molluschi bivalvi
Il consumo di molluschi bivalvi può quindi esporre il consumatore a rischi chimici e biologici.
I rischi chimici sono dovuti innazitutto alla potenziale presenza nei molluschi di metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio. Questi metalli sono sostanze termostabili (resistenti al calore), e non vengono eliminate dalla cottura. Dopo l’ingestione, possono accumularsi nel nostro organismo e provocare danni nel lungo periodo.
Un altro rischio di questo tipo è legato alla possibile presenza di tossine algali, cioè sostanze prodotte da microalghe che si accumulano nel mollusco provocando dopo l’ingestione malessere intestinale e raramente disturbi neurologici o neuromuscolari. Anche queste sostanze sono termostabili e quindi non eliminabili con la cottura.
I rischi biologici dipendono invece dalla possibile presenza di batteri e virus enterici, ovvero microrganismi che causano problemi a livello intestinale, come per esempio salmonella, escherichia coli, virus dell’epatite A e norovirus. Se diagnosticate in tempo, le malattie provocate da questi patogeni non sono gravi e oggi sono facilmente curabili; ma ai tempi di Molly (XVII secolo, secondo la leggenda) un’infezione di questo tipo poteva risultare fatale!
Inoltre poiché questi organismi sono termolabili (sensibili al calore), i rischi che comportano possono essere eliminati attraverso un’adeguata cottura. Ad esempio, l’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha condotto delle prove sperimentali per determinare la temperatura e la durata di cottura necessarie a inattivare l’eventuale presenza del virus dell’epatite A nelle vongole: ne è risultato che la cottura a 100°C per due minuti dopo l’apertura delle valve di tutte le vongole è sufficiente per inattivare il virus.
Cosa fare per non correre rischi?
Per evitare i rischi di natura chimica è necessario innanzitutto evitare di acquistare molluschi bivalvi da venditori improvvisati, rivolgendosi invece sempre a punti vendita autorizzati come pescherie, supermercati e ambulanti in possesso di regolare permesso. Soltanto in questo modo possiamo essere sicuri che siano stati effettuati i controlli sanitari da parte dell’autorità pubblica. I controlli vengono effettuati sia sui molluschi stessi che sulle acque in cui vivono, e servono a verificarne la provenienza, l’avvenuta depurazione presso i centri abilitati e a individuare eventuali frodi.
Per evitare rischi biologici invece è importante seguire queste regole prima e dopo l’acquisto:
Prima dell’acquisto
- È importante verificare che il prodotto sia vivo e vitale e sia confezionato in retine di nylon con confezioni provviste di regolare etichetta. È possibile anche la vendita sfusa, ma solo se i molluschi provengano da grandi confezioni di 5 o 10 chili comunque munite di etichetta.
- Accertarsi che i molluschi vivi non siano mantenuti in ghiaccio o immersi in acqua, essendo queste tipologie di conservazione proibite per la vendita.
Dopo l’acquisto
- Ricordarsi di trasportare quanto prima il prodotto a casa utilizzando una borsa termica.
- Una volta a casa controllare che i gusci siano chiusi ed eliminare i molluschi aperti o con conchiglia non integra.
- Preferibilmente, consumare i molluschi il giorno stesso dell’acquisto.
- In caso di conservazione in frigo, riporli ben separati dagli altri alimenti e a una temperatura fra i 4 e i 6/8°C.
Per evitare il rischio microbiologico è necessario comunque cuocere accuratamente i molluschi bivalvi e non consumarli crudi. Contrariamente a credenze popolari diffuse, il succo di limone, l’aceto o l’alcool non hanno alcuna efficacia contro eventuali patogeni presenti.
Riferimenti
- Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (2012) Appunti di Scienza. Molluschi bivalvi
- Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (2015) Linee guida. Molluschi bivalvi
- Ministero della salute – Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Ecco perché mangi pesce sicuro
- ULSS 8 Berica, Servizio igiene degli alimenti di origine animale. Guida al consumo dei molluschi marini
- Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – RC IZSVe 19/12. Quanto cuocere le vongole per eliminare il rischio da epatite A
- Gallina A., Caburlotto G., Arcangeli G. (2013). Prodotti della pesca e dell’acquacoltura freschi e lavorati. IZSVe
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