Alimentazione in viaggio, rischi per la salute e consigli per evitarli

“Sì viaggiare, evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure”

Recita così il ritornello di una famosa canzone di Lucio Battisti, un vero e proprio inno al viaggio. Viaggiare è sempre emozionante, un’avventura e un arricchimento personale. Quando viaggiamo viviamo nuove esperienze e scopriamo nuove culture, anche attraverso l’assaggio dei piatti tipici dei Paesi che visitiamo.

Nel testo di Mogol il viaggio avviene in auto, e il pericolo principale da evitare è rappresentato dalle “buche più dure”. Ma in generale quando si viaggia si corrono anche dei rischi, e l’alimentazione è sicuramente uno di questi.

Intendiamoci, non è necessario cadere in paranoie o fobie (“senza per questo cadere nelle tue paure”): ma è importante essere viaggiatori informati, accorti e consapevoli.

La diarrea del viaggiatore

Il consumo di cibi e bevande contaminati da batteri, virus o parassiti può causare malesseri come nausea, vomito, dolori addominali, febbre e molto spesso diarrea. Questa sindrome, quando colpisce chi è in viaggio o ne ha appena terminato uno, viene indicata in gergo come “diarrea del viaggiatore”. Nella maggior parte dei casi colpisce persone che viaggiano da Paesi con standard igienici elevati verso aree del mondo meno sviluppate, ma può avvenire ovunque.

La diarrea del viaggiatore

Una scarsa igiene degli alimenti può dipendere innanzitutto da pratiche scorrette adottate in loco durante la produzione, preparazione e somministrazione del cibo; inoltre, a contribuire possono essere controlli inefficaci su tutta la catena, così come infrastrutture e tecnologie (ad esempio, acquedotti e frigoriferi) non disponibili o non adeguate secondo gli standard dei Paesi più sviluppati.

L’incubazione della malattia è variabile, e dipende dai patogeni coinvolti. Si va dalle poche ore dall’ingestione dell’alimento contaminato nel caso di tossine, ad un periodo che va dalle 6 alle 72 ore nel caso di batteri e virus, fino anche a 1-2 settimane se sono coinvolti dei parassiti. La malattia porta ad un aumento delle scariche e all’alterazione della consistenza delle feci. In genere il soggetto colpito ha almeno 4 o 5 scariche acquose al giorno.

Nella maggioranza dei casi la malattia è autolimitante, ovvero si risolve da sola nell’arco di 1-2 giorni. Meno di frequente il decorso arriva ad una settimana o ad un mese. Raramente è un rischio vitale, ma se persiste – e soprattutto se ad essere coinvolti sono soggetti fragili come le persone immunodepresse, anziani, donne in gravidanza o bambini – è meglio rivolgersi ad una struttura ospedaliera. Durante il fenomeno della diarrea è molto importante reintegrare i liquidi persi.

Consigli utili per evitare il rischio

Durante un viaggio è quindi necessario prestare attenzione al consumo di cibi e bevande, anche se serviti in bar, ristoranti e locali pubblici che all’apparenza possono sembrare sicuri, e adottare le opportune precauzioni. Ecco alcuni semplici consigli da tenere a mente.

Acqua e bevande

  • Accertati sempre della potabilità dell’acqua da bere; in caso di dubbio bevi soltanto acqua da bottiglie sigillate.
  • Se nel paese in cui viaggi non è garantita la potabilità dell’acqua del rubinetto, fai attenzione a non ingerirla anche quando fai la doccia, e utilizza l’acqua in bottiglia anche per lavarti i denti.
  • Presta attenzione a non ingerire acqua quando nuoti.
  • Se non sei sicuro che l’acqua sia potabile e non è possibile disporre di acqua in bottiglia, prima di bere quella disponibile falla possibilmente bollire almeno 1 minuto, oppure utilizza un disinfettante apposito.
  • Fai attenzione al ghiaccio dei drink o delle bibite: potrebbe essere stato prodotto con acqua non potabile. Se non sei sicuro, non limitarti a togliere il ghiaccio dalla bevanda, ma evita di berla.
  • Bevande da bottiglie o lattine sigillate, oppure bevande calde e fumanti (es. tè o caffè) sono in genere sicure.
  • Consuma solo latte pastorizzato ed evita quello crudo.
  • Evita succhi di frutta e bevande con succo ricavato da frutti appena spremuti da altre persone. Preferisci succhi di frutta e bevande da confezioni sigillate.

Alimenti

Street food all'estero in viaggio

  • Evita gli alimenti che sono stati mantenuti a temperatura ambiente per molte ore, come può accadere per esempio nei buffet.
  • Evita possibilmente gli street food da venditori ambulanti improvvisati. Se scegli di consumarli comunque, fai attenzione almeno ad evitare le verdure crude e a mangiare cibo ben cotto, caldo e fumante.
  • Evita gli alimenti crudi o poco cotti come carne, pesce, molluschi e uova.
  • Anche frutta e verdura che non possono essere pelate/sbucciate sono rischiose: potrebbero essere state lavate con acqua non potabile o contaminata.
  • Consuma frutta e verdura che sei sicuro siano state lavate con acqua potabile, oppure che hai lavato tu stesso con acqua sicura e sbucciato personalmente.
  • Evita formaggi freschi, yogurt e gelati prodotti con latte crudo.
  • Il cibo cotto ancora caldo e fumante è in genere sicuro.
  • Gli alimenti confezionati e stabili a temperatura ambiente (es. tonno in scatola) oppure alimenti secchi (es. crackers o grissini) sono in genere sicuri, a meno che non vengano aperti e maneggiati da altre persone.
  • Meglio evitare carni di animali selvatici oppure carni inusuali di animali tipici dei paesi che stiamo visitando (es. pipistrelli, scimmie o roditori).

Lavaggio delle mani

Per limitare in particolare il rischio di contaminazioni oro-fecali, è molto importante lavarsi bene le mani utilizzando sempre il sapone, in modo particolare dopo essere stati in bagno e dopo aver maneggiato pannolini di bambini, oltre che in generale prima di manipolare alimenti e prima di mangiare.

Per asciugarsi le mani meglio preferire la carta pulita a perdere: asciugamani e canovacci potrebbero infatti essere sporchi e contaminati, e rendere inutile il lavaggio appena compiuto. È bene infine dotarsi di gel idroalcolici per poter igienizzare le mani anche in assenza di acqua e sapone.

Riferimenti

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